AMÔR, AMÔR... MA NO MÔR MAI!


Si tratta della seconda opera scritta dalla compagnia. Come al solito è una commedia brillante ed suo interno racchiude i progressi fatti negli ultimi anni di attività dopo la positiva esperienza di "Coces e coçons". E' un'opera senz'altro più matura rispetto alla precedente ed è la conferma della dedizione della compagnia alla scrittura di testi teatrali. Naturalmente il tutto è stato scritto in lingua friulana utilizzando non tanto il friulano classico, quello presente sui libri per intenderci, bensì il friulano parlato attualmente. La compagnia è giovane e l'entusiasmo e l'esuberanza dell'inventare una storia ha prevalso sulla ricerca della terminologia. Che ci possiamo fare? D'altronde si dice "parla come mangi" ed al giorno d'oggi non si mangia solo frico o salame con l'aceto, ogni tanto ci scappa anche qualche surgelato portato gentilmente a domicilio da quelli di "BoFrost". Il Friuli cambia ma il suo cuore resta. Sappiamo ancora cos'è il còs o il buìnç, ma non pretendiamo che continuino ad essere usati da tutti nel quotidiano.



Ma torniamo all'opera. Il tutto è nato nel 2005 da un primo input (che in friulano si dice "grì tal cjâf) lanciato dall'Assessore alla Cultura del Comune di Flaibano Luca Picco (omonimo del nostro Luca, il "Parroco" in "Amôr amôr ma no môr mai"). Durante la sistemazione dell'archivio comunale sono stati rinvenuti alcuni documenti riguardanti la pesa di comunale di Flaibano. Si trattava per lo più di bolle di pesatura riportanti l'oggetto della pesatura, data, firma ecc. L'Assessore ci ha contattati per vedere se fosse stato possibile allestire un'opera sulla pesa pubblica sulla base di tali documenti.
Inizialmente la proposta era quella di una collaborazione con un eventuale regista, che avrebbe giustificato la richiesta di un contributo alla regione.
Tutto pronto, conosciamo il regista (che non vogliamo citare).
Wow, che bello!!! Come si profila roseo il nostro futuro! E si è deciso di andare avanti per la nostra strada, forse non sentendoci ancora del tutto pronti all'intrusione all'interno del nostro consolidato gruppo di una figura esterna che possa andare a minare i nostri equilibri artistici (insomma, se a prove c'è da fare casino lo si fa, se una sera abbiamo poca voglia di provare e vogliamo parlare d'altro, ben venga. Tra di noi ci troviamo per stare assieme, non per essere attori professionisti).
Ormai il via era già stato dato e la nostra vena di scrittori ha fatto il resto. Abbiamo iniziato a pensarci seriamente e dopo qualche ritrovo fra una battuta e un'altra è nata la trama della storia successivamente sviluppata. Mentre continuavano le repliche di "Coces e coçons" l'opera successiva era già realtà.



Ed è proprio la pesa comunale di Flaibano che fa da cornice a questa opera. Il tutto è ambientato nell'anno 1978, anno dei Mondiali di calcio in Argentina, anni transitori di un Friuli post-terremoto. Emilio Pividori (Lorenzo D'Agostini) furbo gestore viene cacciato della pesa comunale Udine e dopo anni di assenza si vede ritornare malvolentieri al proprio paese d'origine. La notizia viene accolta dalla comunità come un grande evento senza comunque ostentare un po' di diffidenza conoscendo il passato non proprio onesto del personaggio. Il parroco Don Remigio (Luca Picco) ed il Sindaco sior Fonso (Fabiano Picco), acerrimi nemici/amici accolgono calorosamente il nuovo arrivato raccomandandogli una retta gestione della pesa. Ma chi rimane più sorpresa del ritorno di Pividori è senza dubbio Filomena Mattiussi (Eleonora Peres), eccentrica "vedrane" di paese che subito si vede come "Filomena Mattiussi in Pividori". Farà di tutto per conquistare il suo amato ma questo ha occhi solo per la bella Anita Cosatto (Milena Picco), assistente e nonché figlia del notaio Cosatto incaricata di portare al suo spasimante la tragica notizia della scomparsa dello zio Calogero Castronaro, residente in quel di Messina. La povera Anita dovrà reggere alle "avances" di Pividori ma trova protezione in Ninfe (Debora Rota), macellaia del paese ed esperta in tecniche di seduzione sempre pronta a dare una mano al prossimo in argomento amoroso. Da lei va a chiedere consiglio Luisa (Elena Ferro) fortemente sconsolata e delusa dalla vita di coppia con suo marito Fonso il sindaco del paese intento solamente a badare alle attività comunali. Come ripristinare il loro rapporto? L'indomabile Ninfe sfodera l'arma della gelosia pensando di usare suo fratello Franco (Davide Zanini) rozzo quanto tonto allevatore bovino del paese intento a fare affari con Pividori. In che modo? Non vi resta altro che seguire dal vivo queste commedia ma niente paura, alla fine… amôr, amôr… ma no môr mai!



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